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Relazione incidente lieve (080316L0) - Rodolfo Saccani

Data: 16 marzo 2008 ore 14 circa
Località: Andrate (TO)
Mezzo: Parapendio Advance omega 7 (LTF 2-3), età un anno circa
Imbrago: Vamp
Casco: Senza mentoniera
Paracadute di soccorso: Metamorfosi 16 fusi, estrazione manuale


Profilo del pilota:

Attestato conseguito da oltre 9 anni, vola abitualmente (80/100h annue). Nessun corso avanzato.

Condizioni meteo:
Descrizione del pilota: "Meteo adatta al volo: si era esaurito il brutto tempo nella mattinata con evidenti schiarite con formazione di cumuli, vento da ovest, sud -ovest; poi si è girato da est, sud-est per stabilizzarsi definitivamente da nord, nord-est nel corso del pomeriggio (ma ero già per terra). Altri piloti in volo con quote di notevole rilevanza".
Descrizione fornita da un pilota che era in volo: "Giusto x la cronaca, io ero in volo e si faceva circa 2400 mt dinamicando sui cumuli con base a 1800. In volo c'era una componente di NW ma appena accennata e non tale da dare fastidio. In serra il volo non era tranquillo ma non si può dire fosse turbolento. Termiche fino a +5 con grossi buchi. Tornando dal grissino era tutto a salire di lato ai cumuli e, giunto su Andrate, si saliva ovunque. Vedendo la vela sulle piante ho cercato di perdere quota andando in piana ma si saliva ovunque, chiaramente non era una condizione normale, ma non era turbolento. Avvicinatomi al decollo con quota sufficiente al top, c'era una discendenza incredibile (quando ero decollato io non c'era) ed era diffusa, praticamente si scendeva a meno 3 ovunque in zona decollo. A quota decollo era presente una componente da Est (solo est non NE), tanto è vero che son letteralmente scappato e mi son diretto verso l'atterraggio delta. Nel passare sulle rocce a destra del decollo e dirigendomi quindi in valle, mi son beccato un bel sottovento e ho ballato parecchio, per cui presumo che, a quella quota e solo a quella quota in quanto sopra non era così, fosse entrato Est forte. Infatti, vista la zona ballerina ho allargato verso centro valle e si ricominciava a salire con ascendenze turbolente e spaccate, probabilmente dovute dal richiamo creato dall'est che "cadeva" lungo il pendio est della valle. Atterraggio turbo... ma tirava nella giusta direzione. Spero questa descrizione ti possa esser stata di aiuto per l'analisi di quello che ti è successo... francamente la reputo una situazione molto strana in quanto in quota era evidente una forte componente da nordovest, in volo a oltre 200 mt vi erano zone dove non vi era alcuna componente di vento. In altre zone ho misurato massimo 15 km/h di vento. Di fatto però sul decollo, ad una certa ora, è entrato vento da EST che ha schiacciato giù tutta l'area, ma solo a quota decollo..."

Dinamica:

Dal racconto del pilota: "Ho gonfiato la vela con schiena al vento (alla francese), controllato la stessa ed immediatamente mi sono voltato per partire, la vela sembrava avere poca portanza, quindi, come mia abitudine, ho corso con vigore; mi sono accorto di essere "scarrocciato" verso destra, quindi verso ovest (valle d'Aosta), ho proseguito la corsa e la sistemazione in selletta perché immaginavo che finalmente la vela si sarebbe messa a volare invece ho cozzato con la selletta sulla chioma di un albero nella mia direzione; la vela, sempre gonfia, ha continuato a volare ed io inevitabilmente l'ho frenata "andandole sotto come in altalena", a questo punto avevo un giro di twist che prontamente ho sistemato facendo forza sulla selletta; purtroppo appena uscito dal twist la vela è andata in "negativo" (la semi-ala sx è partita all'indietro) con una certa lentezza. Ho fatto 3 giri senza riuscire ad agganciare l'emergenza (ma non avrebbe mai fatto in tempo ad aprirsi!) e ho battuto in una superficie piana ma fortunatamente con innumerevoli rovi che probabilmente hanno fatto da cuscinetto. Diciamo che la quota di atterraggio forzato era 600/620 m/slm e possiamo considerare di essere entrato in negativo a 30/50metri dal suolo." Le considerazioni di un istruttore che ha assistito all'incidente: "L'errore è stato solo quello di sottovalutare la perdita di quota in decollo che ha portato il pilota ad "attraversare" i rami della pianta che hanno innescato il problema. La pianta (in realtà poco più di un cespuglio di grossi arbusti) è posta nello spigolo destro del decollo (ovest) su di un balconcino posto qualche metro più in basso del decollo. Circa un mese fa, la stessa pianta aveva causato analoghi problemi (anche se meno gravi) ad un altro pilota molto esperto. Insomma la dobbiamo tagliare.... Un secondo errore è stato quello di non ottimizzare l'orientamento dell'ala in decollo ma in effetti, considerato il tiro, ci si sarebbe aspettato un decollo "quasi in verticale" come spesso accade ad Andrate e non l'iniziale perdita di quota descritta. Inoltre l'ostacolo è posto più in basso del decollo. Per il resto, superato "l'ostacolo" con l'effetto altalena in cui l'ala, bontà sua, non si è chiusa frontalmente, il pilota è uscito da un mezzo twist come ha spiegato, ritrovandosi però in direzione del costone; è a quel punto che agendo con violenza sul freno sinistro ha mandato l'ala in negativo precipitando in paracadutale per circa 30/50 metri. Nonostante l'impatto su di una superficie orizzontale (terrazzina ricavata tra una falesia e l'altra), non ci sono stati danni fisici."

Esito:

Dal racconto del pilota: "Gran paura, qualche graffio, ematomi qua e la, ginocchio sollecitato, caviglia gonfia e cervicale messa a dura prova ma soprattutto la consapevolezza di aver pescato il jolly... la vela dovrebbe essere a posto con solo 1/3 cordini da sostituire (è già in revisione)"

Considerazioni:
L'analisi della situazione meteorologica di quel giorno rivela condizioni estremamente particolari ed interessanti. La situazione generale è piuttosto complessa, concentrandoci su quello che succede al momento dell'incidente si nota che un minimo di pressione a ridosso dei rilievi piemontesi instaura una ventilazione orientale nella Lombardia occidentale e nel Piemonte orientale che apporta aria umida mentre l'avanzare verso est di una saccatura che porta con se un nocciolo di aria fredda apporta venti secchi di caduta da ovest-nordovest provenienti dalle valli alpine della Val d'Aosta. Lo scontro tra queste masse d'aria genera quindi un'area di convergenza ed uno shear verticale che spiegano i fenomeni illustrati nei racconti dei piloti (ascendenza diffusa, vento da nordovest in quota, vento da est più in basso). In situazioni come queste la linea di confluenza presenta movimenti erratici (qualche km a est, poi qualche km a ovest) abbastanza rapidi ed imprevedibili e l'interazione di questi movimenti con l'orografia contribuisce a rendere "strane" le condizioni percepite in volo. La concomitanza di una serie di fattori nel proseguo della giornata crea condizioni meteorologiche molto particolari (che non riguardano direttamente questo incidente ma che risultano particolarmente interessanti ed indicative della particolare situazione in atto) che sfoceranno più avanti nel corso del pomeriggio e della serata nella formazione di una supercella temporalesca. I fattori concomitanti sono: il nocciolo di aria fredda in quota che segue il movimento verso est della saccatura proveniente dalla Francia, un aumento della vorticità in quota che predispone allo sviluppo di moti convettivi, la presenza del jet stream a quote superiori, un cambiamento di traiettoria dei venti in quota da ovest-nordovest a sudovest che genera una divergenza in quota, la presenza di un minimo di pressione a ridosso dei rilievi piemontesi, la presenza di aria decisamente umida alle quote medio-basse, il buon irraggiamento. In particolare questi ultimi due fattori costituiscono un notevole serbatoio energetico evidenziato dal grafico del cape. Tutti questi fattori si preparano a predisporre la formazione della supercella. Chi fosse interessato ad approfondire questo particolare evento può consultare questa analisi.
Limitandoci alla situazione in atto al momento dell'incidente (afflusso di aria secca da nordovest e di aria umida da est, convergenza, shear verticale) notiamo che si tratta certamente di una situazione anomala e difficile da prevedere. Sebbene la complessità di tale situazione non fosse facilmente prevedibile, era prevedibile la presenza di vento da nordovest in quota e la generale instabilità dovuta al marcato gradiente verticale e alla presenza di aria umida nei bassi strati. Questi fattori erano previsti e chiaramente evidenziati dal maltempo della mattinata. Tali condizioni devono mettere in allarme i piloti consigliando una particolare prudenza nel caso si intenda comunque intraprendere il volo. Le condizioni percepite in volo, se valutate con la cognizione della situazione meteorologica prevista, avrebbero suggerito l'interruzione del volo. L'incidente è stato causato di fatto da una concomitanza di fattori legati alle caratteristiche del decollo, al controllo del pilota e al vento di traverso. Per quanto riguarda il pilotaggio, come notato dall'istruttore presente, è mancato il controllo della direzione. Successivamente all'involo è mancata una corretta gestione della condizione di twist: l'intervento sui comandi ha causato l'innesco della vite piatta negativa. La condizione di twist, unita alle situazioni di partenza che la innescano, è una delle cause importanti di perdita totale ed irreversibile di controllo della vela e quindi di incidente (che si sia o meno lanciato il paracadute di soccorso). Il pilota ha effettuato tre giri di negativo mentre tentava di raggiungere la maniglia del paracadute di emergenza. In situazioni di emergenza la maniglia assai spesso non è dove ce la aspettiamo a causa del fatto che il corpo del pilota assume posizioni non convenzionali. Questo fa perdere preziosi secondi.

Raccomandazioni:
E' importante monitorare e valutare le previsioni meteorologiche specifiche per l'attività di volo libero (come quelle pubblicate sul sito FIVL).
La cultura meteorologica del pilota deve consentirgli di identificare le condizioni a rischio.
Condizioni di marcata instabilità devono portare il pilota che intende comunque intraprendere attività di volo a monitorare costantemente e con particolare attenzione l'evoluzione meteorologica ed essere pronto a portarsi a terra ai primi segnali anomali. I segnali anomali devono essere interpretati alla luce di quanto appreso dall'analisi delle previsioni.
La vegetazione a ridosso delle aree di decollo, limitatamente a quella che comporta un rischio per la sicurezza, deve (ove questo sia possibile) essere rimossa o contenuta.
Il controllo della direzione nella corsa di decollo è fondamentale. Il decollo con vento laterale presenta criticità che richiedono uno specifico allenamento, in caso di dubbi astenersi dal decollare.
Fare molto allenamento a terra per acquisire sensibilità circa le sensazioni che la vela trasmette è sempre consigliabile per i piloti di tutti i livelli.
In caso di dubbi durante la corsa (scarsa pressione, vela che non va in portanza, corsa che si protrae più del previsto) è preferibile abortire il decollo.
La condizione di twist non è di per sé una condizione critica: è fondamentale non intervenire sui comandi se non per lo stretto necessario a controllare la direzione, allontanarsi dal costone e risolvere il twist afferrando gli elevatori sopra ai moschettoni esercitando una trazione verso l'esterno.
La partecipazione a corsi SIV consente, tra l'altro, di imparare a percepire l'innesco di un negativo (stallo asimmetrico) e di imparare a risolvere un twist con adeguata direzione, tempistica e controllo sulla vela (cosa non facile).
La corretta procedura per il lancio del paracadute di emergenza prevede l'individuazione visiva della posizione della maniglia come primo passo, questo aiuta a minimizzare i tempi di lancio. E' utile ed istruttivo simulare a terra la ricerca della maniglia in configurazioni inusuali: appendersi al simulatore e farsi dare qualche giro di rotazione dai compagni, in rotazione provare a raggiungere la maniglia senza osservarla. Ripetere la stessa prova cercando il contatto visivo con la maniglia prima di raggiungerla con la mano.

Fonti:

La dinamica è stata accuratamente descritta dal pilota e confermata da altri piloti che hanno assistito all'incidente.
Le condizioni meteo riferite dai piloti hanno trovato conferma nell'analisi della situazione meteorologica della giornata.
Si ringrazia Costantino Molteni per la consulenza meteo.




Grafico del CAPE (energia disponibile)



Situazione dei venti al suolo


Una immagine della supercella


Grandine originata dalla supercella

 

Rodolfo Saccani
Commissione Sicurezza FIVL
Tel: 3355844936
e-mail: sicurezza@fivl.it