Scritto da piloti ULM il . Pubblicato in Ultime da FIVL.

La rivolta dei 52 euro

52 euroDesideriamo informare i nostri pioti che è in atto

 

 

 

52 eurouna protesta da parte di molti piloti di volo a motore, ULM e no, esternata nella lettera che potete leggere sotto e che invitiamo ad inviare per mail agli indirizzi segnalati, basta fare il copia incolla e mettere il nome in calce.

Come leggerete, la protesta si starebbe concretizzando nel non spendere i 52 euro per la trascrizione della visita medica sull’attestato, trascrizione senza la quale AeCI pretenderebbe che non si possa più volare, ma tutto ciò NON e assolutamente vero, come segnalato QUI

Non si tratta di non voler pagare o meno i 52 euro, ma di una protesta contro tutto ciò che avviene in AeCI. Per altro 52 euro è una richiesta abnorme. A titolo di confronto, il Ministero dei Trasporti incassa 10,2 euro per ogni patente rinnovata. Considerando che la patente auto viene rinnovata ogni 10 anni e l’annotazione sull’attestato di volo libero va fatta ogni due anni, nell’arco di 10 anni il Ministero dei Trasporti incassa da un automobilista 10,2 euro a fronte dei 260 euro che AeCI incassa da un titolare di attestato.

Grazie per l’attenzione

Gustavo Vitali. U.s. FIVL

 

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Gentili Senatrici e Senatori,

sono un appassionato di Volo Libero e vi scrivo in quanto firmatari dell'Atto n. 2-00457 (procedura abbreviata) pubblicato il 29 marzo 2017, nella seduta n. 795, una cosiddetta “Interpellanza Urgente” alla quale non mi risulta nessuno abbia dato esito.

Scrivo pure al presidente del consiglio, al ministro della Difesa, al ministro dell'interno al ministro dell'economia e al ministro Del Rio che una risposta forse avrebbero dovuto darla.

Ho un interesse preciso per scrivere anche se non sono in un aeroclub, perché AeCI gestisce i soldi dei nostri attestati e rinnovi annuali e preferirei che lo facesse qualcuno che non ha avuto condanne (in primo grado) per peculato.

Dopo il vostro dettagliato documento, il 10 giugno, Giuseppe Leoni, ex senatore, responsabile di Aero Club d'Italia (AeCI) ininterrottamente dal 2002, nonostante una condanna in primo grado per peculato e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici (AeCI è ente pubblico!), è stato rieletto per ulteriori 4 anni .

Ma migliaia di piloti da turismo e sportivi non ci stanno e sono pronti ad azioni anche eclatanti; il direttore della rivista VFR Aviation ha proposto di non pagare i rinnovi degli attestati (oltre 1 milione di euro di entrate per AeCI). Sui social si è scatenato un'opposizione serrata che ha portato ad una lettera di molti piloti a Malagò e alla sua risposta, nella quale il presidente del CONI addossa ogni responsabilità al ministro Del Rio e al presidente del consiglio.

Leoni arriva ad AeCI come commissario straordinario nominato dal governo Berlusconi, Poi, eletto presidente, ha continuato ad alternare le cariche di presidente e commissario (singolare che in un ente in cui serve un Commissario straordinario si nomini lo stesso presidente!) fino ad oggi.

Dopo che la Corte dei Conti aveva in più occasioni sanzionato Leoni per gestione irregolare dei fondi dell'Aeroclub. Dopo che la storia di un orologio da 3700 euro acquistato con i soldi di Aeci e “omaggiato” ad un attore era stata archiviata, il 14 dic. 2016 il Tribunale di Roma ha condannato Leoni Giuseppe a 3 anni per peculato e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici (Berlusconi quando fu condannato ebbe l'interdizione per soli 5 anni).

Si tratta di una condanna in primo grado alla quale si applica la legge Severino, ma non succede nulla.

Inoltre, essendo l'AeCI una federazione sportiva del CONI, a dirigenti ed atleti si applica il Codice di Comportamento Sportivo CONI che all'art. 11 afferma che un membro del Coni condannato in primo grado “deve essere sospeso per 18 mesi”.

Anche ANAC si esprime in tal senso.

Ad oggi il governo, ci sono quattro ministeri vigilanti che controllano (!!!) AeCI, non ha fatto nulla né in pratica il Coni.

Chi deve agire, dice Malagò nella sua risposta ai piloti, è il ministro Del Rio che guida i ministeri vigilanti e il presidente del consiglio che deve avallare l'elezione. Un sospetto è che il ministro non sia mai stato informato perché come dice Leoni in una intervista del 2013 “da politico io so aprire le porte dei gabinetti che sono quelli che si occupano del nostro mondo”

https://www.youtube.com/watch?v=wImBgnv-77c

Infatti l'unico effetto della condanna del 14 dic. '16 è stato una dichiarazione della Giunta CONI, il 5 giugno 2017, quasi sei mesi dopo la condanna, nel quale “si prende atto che gli organi di Giustizia del Coni hanno sospeso Giuseppe Leoni”.

Ma di questa sospensione non ci sono effetti concreti ne' dal ministero dei trasporti ne' dal CONI.

Da sospeso Giuseppe Leoni ha potuto utilizzare una sala del Coni per convocare e svolgere le elezioni, ha potuto esprimere il suo pensiero in assemblea ed essere rieletto senza che il CONI e i ministeri presenti con propri rappresentanti (un generale a tre stelle dell'A.M. per la Difesa e un funzionario dei Trasporti) dicessero assolutamente nulla.

Inutile ricordare che il CONI tiene un ben diverso comportamento con gli atleti che, una volta sospesi, non possono più partecipare alle attività CONI, non possono svolgere gare ufficiali né in Italia ne all'estero non possono essere eletti nelle proprie federazioni, non possono indossare il simbolo del CONI.

Ma per Leoni, no.

Rieletto dai suoi fedeli Aeroclub cui sembra abbia promesso dall'assegnazione di velivoli a costi ridotti, alla rateizzazione di debiti verso AeCI, Leoni naviga verso un nuovo quadriennio di presidenza.

Quello che manca a questo punto è l'approvazione dei ministeri e della Presidenza del Consiglio che dovrà ratificare con un proprio decreto la nomina di Leoni. Sembra evidente che esistono motivazioni legali e di opportunità politica che dovrebbero sconsigliare il primo ministro dal firmare un simile decreto, ma le tante amicizie e interessi trasversali che Leoni possiede nel Varesotto e a Roma, potrebbero portare ad una soluzione paradossale: un condannato per peculato nominato dal governo presidente dell'ente in cui ha consumato il delitto.

Un interdetto dai pubblici uffici a capo di un ente pubblico del quale, grazie a uno statuto da lui stesso scritto, ha il pieno controllo in quanto sceglie, nomina, assume e può licenziare, lui in prima persona, il direttore generale; decide quando convocare il Consiglio federale, decide le materie che il Consiglio federale può discutere, ha priorità nella votazione del Consiglio federale, decide anche le attività sportive che ciascuno deve fare e di conseguenza i fondi che con queste vengono assegnati.

Gentili Senatrici e Senatori, una vostra ulteriore azione nei confronti del governo potrebbe ancora salvare il salvabile e dare un senso anche alla vostra “Interpellanza Urgente” che altrimenti suona come una beffa nei confronti dei tanti appassionati degli sport del volo e vostri potenziali elettori, che come un atto politico.

Grazie per l'attenzione, nell'attendere un vostro riscontro invio distinti saluti,

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