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Articoli recenti dalla Commissione Sicurezza - Rodolfo Saccani

La radio come ausilio per la sicurezza

 

Quello della radio è un problema molto sentito. Le carenze principali della situazione attuale sono la mancanza di uno standard condiviso tra tutti i piloti e l'indisponibilità di un sistema sufficientemente affidabile utilizzabile in modo totalmente legale.

Attualmente gli standard in uso sono l'LPD, la VHF e il PMR.
Tutti questi standard sono incompatibili tra loro e presentano problematiche differenti.

La situazione attuale

La VHF è stata utilizzata per molti anni in modo piuttosto diffuso principalmente su frequenze a ridosso della banda radioamatoriale.
In commercio sono disponibili ricetrasmettitori radioamatoriali VHF di potenza intorno ai 4W e modulazione FM, i modelli più semplici sono abbastanza economici. Praticamente tutti i modelli sono in grado di lavorare su frequenze al di fuori della banda radioamatoriale (144-146 Mhz) e proprio su queste frequenze (al di sotto dei 144 Mhz o al di sopra dei 146 Mhz) vengono utilizzati.
Queste sono frequenze assegnate a servizi civili (enti come le varie società di manutenzione strade e autostrade, società di gestione acquedotti ed elettrodotti, eccetera). Non è difficile trovare frequenze non utilizzate, in particolare nei fine settimana, e così ci si è adattati per anni ad un utilizzo illegale di questi dipositivi.

Poi sono arrivate le LPD (Low Power Device) il cui libero utilizzo è autorizzato dal DPR477 del 5 ottobre 2001. Gli apparati devono essere omologati, devono avere un'antenna fissa e non sostituibile, una potenza massima di 10mW e lavorano su 69 canali in UHF tra i 433 e i 435 Mhz, la modulazione è sempre FM. Gli LPD presentano alcuni problemi:
- innanzitutto le frequenze trai 433 e i 434Mhz sono assegnate ai radioamatori e quelle tra i 434 e i 435 Mhz ad altri servizi, questo comporta un discreto livello di interferenze
- la potenza massima di 10mW è estremamente limitata e la copertura si limita a qualche centinaio di metri
Per ovviare al problema delle interferenze si può utilizzare la tecnologia CTCSS, si tratta toni sub-audio (qualcuno li chiama impropriamente sottocanali). Questi toni non udibili vengono trasmessi insieme alla voce, chi riceve può impostare la propria radio per silenziare l'altoparlante quando uno specifico tono non è presente. Questo serve solo ad evitare di ascoltare comunicazioni non dirette a noi ma occorre considerare il fatto che la presenza di altri segnali sulla stessa frequenza, anche se non ascoltati, contribuisce a limitare la portata del segnale. Per ovviare al problema della portata estremamente limitata moltissimi utilizzatori modificano le proprie radio per farle trasmettere con una potenza maggiore. Molti modelli in commercio rendono semplice questa "modifica" e alcuni venditori forniscono apparati già modificati. Questa procedura è comunque illegale.

I PMR (Professional Mobile Radios) sono arrivati nel 2003 con il nuovo codice dellle comunicazioni elettroniche che raccoglie le decisioni del CEPT (la conferenza delle amministrazioni delle poste e telecomunicazioni europee). Il piano di ripartizione frequenze è pubblicato sul Supplemento Ordinario n. 146 della Gazzetta Ufficiale n. 169 del 20/07/2002. L'utilizzo di questi apparati è soggetto ad una denuncia di inizio attività che l'utilizzatore è tenuto a fare e al versamento di un canone annuale di 12 euro indipendentemente dal numero di apparati posseduti. Il range di frequenze assegnato e' estremamente ridotto, da 446.0 a 446.1 Mhz, sono solo 8 canali. La modulazione è sempre FM e la potenza massima 500mW. Anche qui sono disponibili i toni sub-audio (CTCSS) per non ascoltare le comunicazioni indesiderate oltre ad un sistema denominato CTS che funziona in modo analogo ma basandosi su segnali digitali incece che analogici. La portata di questi apparati in assenza di interferenze arriva a qualche chilometro.
Il problema principale del PMR è l'affollamento degli otto canali a disposizione che in molti casi rende vana la potenza di trasmissione superiore a quella delle radio LPD.

Riassumendo:
- VHF: L'utilizzo di queste radio è illegale se non si possiede una licenza di operatore di stazione di radioamatore, anche con tale licenza solo la banda dei 144-146Mhz è utilizzabile mentre per il volo libero si utilizzano altre frequenze. La portata di queste radio non è un problema in quanto la potenza (circa 4W) è più che sufficiente e le frequenze sono molto poco affollate. Tecnicamente sarebbe la soluzione migliore se non fosse illegale.
- LPD: L'utilizzo di questi dipositivi è libero e legale, i canali a disposizione sono ben 69 ma le frequenze sono condivise con altri servizi e senza la "modifica" per l'aumento della potenza di trasmissione questi apparati sono pressochè inutilizzabili su distanze superiori a qualche centinaio di metri. Tale modifica è illegale.
- PMR: L'utilizzo è libero a patto di denunciare l'inizio attività e pagare 12 euro l'anno di concessione. La potenza di trasmissione (500mW, mezzo Watt) sarebbe sufficiente per l'utilizzo nel volo libero se non fosse per la disponibilità di soli 8 canali che comporta un grande affollamento delle frequenze con conseguente interferenza di segnali che riduce enormemente la portata.

Alla ricerca di una soluzione

Per trovare una soluzione al problema radio è stata istituita una commissione Radio in seno alla Commissione Sicurezza.
La commissione è attualmente composta da Luciano Cassiago, Aldo Barbieri, Massimiliano Castellazzi e dal sottoscritto.
La commissione è aperta al contributo di chiunque altro voglia farne parte, è sufficiente contattarmi all'indirizzo di posta elettronica sicurezza@fivl.it.
Il primo passo è stato quello di concordare sull'obiettivo: la radio è innanzitutto uno strumento di sicurezza. L'obiettivo primario è quindi una frequenza condivisa su una banda non affollata e con una potenza sufficiente a farsi sentire anche in presenza di ostacoli orografici. Nella scelta dello standard e' importante considerare i costi della radio, la loro diffusione e gli adempimenti burocratici per operare legalmente.
La seconda esigenza e' quella di avere canali addizionali per coordinare le attivita' delle scuole, delle gare, i recuperi e magari anche per consentire ai piloti di parlarsi liberamente nei voli di cross.
Le caratteristiche che ho elencato (frequenze libere, potenza adeguata, radio diffuse e non troppo costose) fanno pensare subito alle VHF. La VHF è proprio la soluzione che è stata adottata dalla federazione francese.

La soluzione francese

Visto che una federazione europea ha già affrontato la questione e ha trovato una soluzione, appare ragionevole che il primo passo della commissione Radio sia stato quello di analizzare il loro lavoro. Abbiamo quindi contattato la FFVL che ci ha girato un documento che riassume la loro analisi e le decisioni prese dalla federazione francese.

La FFVL è partita dalla constatazione che la maggior parte dei piloti di volo libero durante la metà degli anni 90 utilizzava abusivamente le radio Vhf nelle frequenze dei radioamatori, abbastanza libere in Francia. Sono quindi partiti dal constatare quale fosse l'apparato più versatile ma soprattutto più diffuso, così da non dover obbligare molti piloti ad un nuovo acquisto.

La frequenza che hanno ottenuto, la 143.975 si trova quindi in una zona franca, coperta dagli apparati vhf radiamatoriali già in possesso dei piloti, ma fuori dalla banda radioamatoriale, quindi concedibile in licenza.

Per quanto riguardo l'ottenimento della concessione da parte dello stato francese hanno puntato tutto sul concetto di sicurezza, riservando a quelle frequenze i segnali emessi dalle varie "balise", equivalenti ai nostri Eolo sparsi per i decolli, che trasmettono ogni tot minuti la velocità del vento, la temperatura ecc. Il risultato sembra essere molto positivo: con stazioni meteo piazzate un po' ovunque quando si vola si ha continuamente informazioni aggiornate su direzione ed intensità del vento nell'area.

Proprio in questi giorni stiamo portando avanti contatti con il responsabile sicurezza della FFVL per approfondire i dettagli legati alla loro soluzione.

I prossimi passi

La questione è ancora aperta. Parallelamente all'approfondimento della soluzione francese riguardo gli aspetti normativi, formali ed economici, stiamo cercando di prendere in considerazione altre possibili soluzioni ancora troppo embrionali per essere esposte.
Rinnovo l'invito a conttattarmi rivolto a chiunque abbia voglia di contribuire. Il contributo di chi ha competenze nel settore sara' molto importante ma non e' indispensabile essere competenti in materia per partecipare.
 
Rodolfo Saccani
Commissione Sicurezza FIVL
Tel: 3355844936
e-mail: sicurezza@fivl.it