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Vento...

cloud.jpgIl vento del nord spazza il cielo rendendolo di un azzurro intenso, sfrangiandolo qua e là di bianche striature.

Osservo il cielo mentre mi avvicino alle montagne che da lontano appaiono come panettoni dalla sommità sbiancata di zucchero a velo?

Mentre risalgo la strada che mi avvicina al decollo i colori del bosco secco ed i gialli lasciano spazio a sprazzi di bianco sfumato, fino a quando raggiungo la meta.

Tutto è ricoperto di candido, solo la strada serpeggia scura nella montagna, prendo le mie ali e le deposito in quel bianco mare, sprofondando ad ogni passo m?immergo in quella magica atmosfera.

I colori delle ali contrastano con la monocromia che mi circonda, ascolto il silenzio interrotto dal rumore della neve che calpesto con movimenti rituali e precisi, sapendo che mi porteranno in quell?azzurro che bramo.

Mi preparo aggancio il mio corpo a quelle ali artificiali, risalgo il punto dal quale staccherò i piedi dalla terra, le allineo, ascolto il vento, sento i suoi messaggi trasmessi segretamente da quella strana superficie che sorreggo e che fra qualche istante a sua volta mi sorreggerà nel nulla?

Ascolto il cuore, respiro profondamente, la luce riflessa del sole nel terreno luminoso? uno due tre passi decisi ed il nulla è sotto di me? mi distendo?

Perdo velocemente quota, vedo le piante secche sotto di me ed i fumi che risalgono la pianura sospinti da quell?alito che dovrebbe sorreggermi e innalzarmi verso il cielo?

Attraverso una valle sfidando la sorte e credendo all?istinto?

Punto delle rocce a picco e mi lascio scivolare dolcemente verso di loro, appena mi avvicino il flusso dell?aria mi solleva, una veloce virata contro vento per poi ritornare nuovamente verso il dirupo e così una due tre quattro volte, sempre un Po più in alto, sempre più in su?

Raggiungo il livello della neve, la luce è abbagliante, ma lo sguardo è ancora coperto dai pendii, dalle rocce, dai costoni che tento di risalire?

Lo scenario è quello di un presepe imbiancato di farina: esco in pianura attratto da una nube in formazione, entro in quel flusso d?aria in costante risalita, arrivo alla base della nube, mi stacco e punto le creste delle montagne di fronte.

Mi appaiono in tutto il loro splendore le Dolomiti, con le loro pareti e rocce, il bianco le ricopre e la luce del sole si riflette in quelle vette, contrastando con il colore della pietra sottostante.

Sorvolo le cime e le valli, assaporando il profumo freddo della neve gustando la libertà dello spazio tridimensionale nel quale posso spaziare, sorvolo un torrente, le cime degli abeti e salgo fino a far sparire le altezze delle cime ed intravedere le rughe della terra che si alternano con la pianura.

Lo sguardo è lontano, verso un cielo azzurro, di un?intensità che gli occhi di chi l?osserva si perdono nel sogno?

L?aria è pulita e si sente entrare fin dentro i polmoni, il freddo è pungente e gli elementi sono forti come lo è la sensazione che procura un?emozione vera.

L?armonia è ovunque e il senso è intrinseco nel vivere quest?esperienza senza un fine ne un motivo, se non quello d?essere e vivere veramente.

Il sole scende lentamente, donando colori rosati alle rocce sottostanti il bianco e tutto assume colori particolari, unici di forte intensità e bellezza, il cielo ad est tende a scurire, ad ovest assume sfumature multicolori che si disperdono all?orizzonte, lasciando nel cuore e nell?animo un senso d?infinito ed eterno assoluto?

Solo un eletto, solo un poeta riesce ad esprimere un sentimento un?emozione così forte, il cuore si stringe di gioia nel gustare simili situazioni ed il senso di simbiosi e del sentirsi parte di un tutto è oltremodo appagato.

Solo il freddo crea un lieve disagio e mi riporta al reale, dove la terra mi aspetta, dove il sogno termina per lasciare spazio al quotidiano.

Giovanni Molon, luglio 2007