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Storia del Deltaplano

Il deltaplano è una specialità del volo libero senza motore e prende il nome dalla forma a delta dell'attrezzo. Tutti i deltaplani derivano dall'Ala Rogallo progettata dall'americano Francis Rogallo. I primi voli in deltaplano risalgono alla fine degli anni '60, effettuati al traino di un motoscafo ( come avviene oggi con i paracaduti ascensionali in molte località marittime) ed i pionieri furono Bill Moyes e Bill Bennet in Australia ( vedi storia del volo ). Primo in Europa, fu Alfio Caronti che dapprima imitò Moyes sul lago di Como, poi iniziò a decollare dai pendii montani dei dintorni e diede inizio all'avventura del volo libero nostrano.

E' sport individuale, non olimpico e viene praticato generalmente sui rilievi montani e collinari, ma anche, seppure più raramente, nelle grandi pianure, sfruttando le principali tecniche di decollo al traino, di un delta motorizzato, di un ultra-leggero o di un verricello fisso. E' ora diffusa la possibilità di provare il volo in deltaplano grazie alle capacità di piloti bipostisti abilitati, che portano in volo passeggeri per voli turistici e/o didattici.

La pratica del deltaplano consente all'uomo di librarsi in aria senza l'ausilio di un motore ( in silenzio ) e la posizione di volo prona permette di sperimentare il volo nella sua purezza ( come il volo degli uccelli )

La particolare forma del profilo genera forze aerodinamiche in grado di sostenere un peso, di planare (da qui la denominazione di deltaplano, o glider in inglese, dal verbo to glide, planare ). Negli anni, l'evoluzione tecnica dei mezzi ha prodotto ali sempre più performanti e soprattutto sicure: ad oggi il deltaplano è una "macchina" perfetta che, se utilizzata rispettando le specifiche, permette di volare senza rischi. Decollati da un pendio che presenti un'inclinazione ed un'esposizione ottimali al vento, si percorre la distanza che ci separa dal punto di atterraggio, scendendo sempre rispetto all'aria.

Il rapporto esistente tra la distanza percorsa e la differenza fra la quota di partenza e quella di arrivo, definisce l'efficienza del mezzo, in pratica il grado di rendimento. Attualmente i deltaplani permettono di percorrere parecchi chilometri ( da 10 per le ali iniziali, a 17 per le ali da competizione ) con 1000 mt. di quota; l'alta maneggevolezza consente di sfruttare le condizioni di aria ascendente ( termiche) per salire rispetto al terreno. Si gareggia prevalentemente su percorsi stabiliti da percorrere e terminare nel minor tempo possibile. L'attuale record del mondo di distanza libera è di 765 Km.

 I mezzi, per le diverse caratteristiche, vengono divisi in due categorie:

- la FAI 1, ala flessibile classica con guida a spostamento di peso;

- la FAI 2, ala rigida con comandi ad azione aerodinamica, meno diffusa.

Il deltaplano è costituito da un'ala semi rigida a forma di delta greco, con una struttura portante formata da tubi in lega d'alluminio e cavi d'acciaio, che tendono una velatura di fibra sintetica. Il pilota, imbragato sotto l'ala e disposto in posizione orizzontale prona, controlla il mezzo mediante un trapezio e lo spostamento del proprio peso.

Il pilota dispone di un paracadute d'emergenza, di casco e di alcuni strumenti utili al volo ( altimetro, variometro, anemometro).